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Moda, blockchain e gamification. 1TrueID protagonista del futuro con P.E.A.S.

Le nostre giornate sono monitorate da app o semplici impostazioni del nostro telefono, ci dicono quante ore di utilizzo passiamo scrollando Instagram, quanti passi abbiamo effettuato e persino il dislivello, anche se viviamo nella più piatta Pianura Padana. Ci sono app che aiutano a monitorare la qualità della vita e dell’aria del luogo in cui viviamo, ma esiste un sistema semplice che traduca in modo chiaro cosa fare nel nostro piccolo quando si tratta di problemi ambientali, specialmente se legati ad abitudini o passioni a cui non vogliamo rinunciare, come per esempio la moda?
Da poco è stato lanciato un sistema che ci dice come abbassare il costo ambientale dei nostri vestiti, attraverso il tracciamento dei dati elaborati da un algoritmo, che ci “parlano” attraverso un’applicazione capace di fornire informazioni in tempo reale sui vestiti che indossiamo, assicurandoci di aver ottenuto dai capi il massimo in termini di protezione ambientale.

Grazie al bando “Fashion Tech” di Regione Lombardia, indirizzato a sostenere l’innovazione del settore moda partendo dal design fino alla distribuzione, P.E.A.S. (Product Environmental Accountability System) ha potuto prendere forma, immaginando un sistema di tracciabilità e gamification che restituisse informazioni incentivando l’uso prolungato dei capi.
Dall’idea di Matteo Ward del brand WRÅD e insieme a un team che ha coinvolto anche il Politecnico di Milano, si è iniziato a suddividere le otto fasi del ciclo produttivo, partendo dal cotone fio alla tintura e al confezionamento, monitorando 13 parametri ambientali e l’impatto del capo su di essi. Successivamente si è passati a un lavoro di verifica del dato attraverso una blockchain, dando un’identità digitale al singolo capo realizzato ad hoc, attraverso un etichetta o un codice. Questo sistema non rappresenta una novità, lo è l’intuizione di non raccogliere i dati trasmessi dal tessuto in un database privato, ma metterli all’interno di uno pubblico, non modificabile e certificato.
Per questo sistema, chiamato Otichain e pensato per essere meno energivoro e quindi più sostenibile, è stata creata una valuta (Oti) con la quale si possono effettuare transazioni veloci e non inquinanti.

L’ultima fase del progetto P.E.A.S. ha riguardato la creazione di un app pilota, che le aziende possono personalizzare fornendo i servizi che preferiscono, per “connettere i vestiti alle persone e le persone al pianeta”, come ha dichiarato Matteo Ward durante la conferenza di presentazione del progetto.
Un modo per tenere traccia dei propri vestiti, della loro vita e dei miglioramenti per l’ambiente dopo ogni utilizzo. Si tratta di una soluzione che può aprire notevoli possibilità per il fast fashion, settore della moda portato per natura a continue eruzioni di merce che finisce invenduta, inquinando irreparabilmente l’ambiente.

Articolo tratto da Collateral.al a cura di Tommaso Berra